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Nel 2028 la Capanna Basòdino compie 100 anni!

Cari soci,

con questo articolo teniamo a scusarci e a correggere l’informazione data erroneamente durante la nostra assemblea ordinaria. Era stato infatti comunicato che quest’anno avremmo festeggiato i 100 anni della Capanna Basodino, anticipando per errore di tre anni tale evento.

Questo sbaglio è scaturito da una foto del primo rifugio fatta nel 1925 e nella scia dall’entusiasmo sono state stampate delle etichette per le bottiglie di birra che indicano il 1925 come anno dell’inaugurazione della capanna.

Come testimonianza che i lavori di costruzione sono terminati solo nel 1928, vi proponiamo tre interessanti documenti del nostro archivio, uno tratto dalla nostra rivista “La Traccia” del 2020 redatto da Giovanna Zappa e Patrizia Giani, un altro tratto dall’“Eco di Locarno” del 3 settembre 1988 e come ultimo due fotografie tratte dal giornale romando “La patrie suisse” dell’8 agosto 1928.

Veronica Naretto, per la redazione


Articolo tratto da “La Traccia” del 2020, n° del centenario del CAS Locarno

LE NOSTRE CAPANNE

L’INAUGURAZIONE DELLA CAPANNA BASODINO

di Giovanna Zappa e Patrizia Giani

La Capanna Basòdino del CAS Locarno fu inaugurata tra il 28 e il 29 luglio 1928. È situata a quota 1’856 metri, sul sentiero che porta alla corte dell’Alpe Robiei, in un luogo sicuro, al riparo dalle valanghe e dalle frane.

Appena costituita la sezione di Locarno del CAS, nel 1920, si propose di acquistare una cascina sull’Alpe di Robiei da adattare a rifugio. Ci vollero ben quattro anni di lavoro e un notevole onere finanziario, ma la volontà e la perseveranza dell’allora presidente Giuseppe Padovani, riuscirono a sormontare le difficoltà.

La sezione svizzera del CAS, nel 1921, promise un aiuto di 24’400 franchi, ma alla fine ne donò solo 15’500. Il preventivo era di 36’600 franchi e quindi ci si dovette rivolgere ai soci e ai privati, che risposero spontaneamente e con entusiasmo. Si chiese un sostegno finanziario anche al Consiglio di Stato in una lettera del 19 dicembre del 1927, firmata dal presidente. Non abbiamo trovato documenti che attestino un contributo cantonale. Il libro del rifugio (custodito nell’archivio locarnese del CAS) non riporta, all’inaugurazione, nessuna firma di rappresentanti del Governo. La capanna era pensata non solo come rifugio per gli alpinisti, ma anche per i militari, le guardie di confine, gli alpigiani e i forestali.

Pagina tratta dall’”Eco di Locarno” del 3 settembre 1988

Le salite al Basòdino diventarono, con il tempo, delle classiche per gli alpinisti e per i cultori dello sci alpinismo. Per raggiungere la capanna si impiegavano sei ore da Bignasco, percorrendo tutta la Val Bavona fino a San Carlo, e in seguito il tratto più ripido fino all’Alpe Robiei.

La preparazione del materiale iniziò nel 1925 e i lavori vennero ultimati nel 1928. Sul luogo della costruzione non si trovò nemmeno il pietrame adatto, il quale dovette essere trasportato tramite una rudimentale teleferica per un percorso di circa 1’000 metri. All’inizio il rifugio, così lo ricorda una scritta sulla parete esterna, era una piccola costruzione in granito e in legno di larice, che poteva ospitare, tra camere e sottotetto, una sessantina di persone. Un locale a parte era riservato alle signore, con 5 posti. Le cuccette avevano un abbondante strato di fieno selvatico, morbido e ben secco che, racchiuso tra due appositi tessuti, formava un grande materasso. Durante l’inverno, quando la neve ostruiva l’entrata al pianterreno, si poteva entrare da una finestra che accedeva al primo piano, munita di doppia chiusura.

Fotografie tratte dal giornale romando “La patrie suisse” del 8 agosto 1928

Negli ultimi anni ci furono diversi interventi di miglioria, ma i grandi lavori di ristrutturazione furono attuati solo nel 1990, per adeguarsi alle nuove esigenze e all’aumento della clientela, sia di alpinisti che di sciatori. Ultimamente il CAS di Locarno ha assunto un custode fisso durante tutto l’anno.

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